L’Istituto Italiano di Cultura di Atene

invita, giovedì 5 maggio 2017 alle ore 19,00, all’inaugurazione delle mostre THE BODY THE SOUL e LAUDES CREATURARUM di Εuro Rotelli.

La mostra sarà visibile fino al 5 giugno 2017.

 

Orario di visita per il pubblico:       

lunedì – venerdì  11.00 - 17.00 

sabato   11.00 – 13.30

INGRESSO LIBERO

 

Sulla mostra  THE BODY THE SOUL:

«Nella mia ricerca fotografica, ho da sempre indagato e interpretato la figura umana, che per me costituisce quasi un’ossessione, una perenne curiosità di conoscere e riproporre secondo la mia personale visione, questo soggetto ancora così misterioso e arcano, nonostante la facilità e disinvoltura estrema con cui il corpo viene oggi invece presentato e proposto.

In questo mio percorso, mi sono così inevitabilmente accostato al mondo della danza, suprema celebrazione del corpo umano. Solo allora ho trovato quello cercavo: l’anello di congiunzione tra il corpo e l’anima, l’estrema sublimazione della fisicità umana. La danza è stata da sempre un’esigenza istintiva dell’uomo per trasmettere i suoi desideri, rappresentare la sua identità culturale, esprimere se stesso e, alla fine, avvicinarsi al divino. Di pari passo l’arte ha interpretato questa esigenza primordiale fino ai tempi contemporanei, partendo dagli antichi graffiti, pitture rupestri, statuette votive, passando per le arti figurative (come non ricordare gli Impressionisti…) e la scultura, fino ad arrivare alla fotografia e alla rappresentazione in video. La danza stessa è forma d’arte e precisamente “arte del corpo in movimento”, l’unica arte che si svolge nel tempo e nello spazio. E come ogni espressione artistica, essa è il compendio di lavoro, sacrificio e dolore che si rivelano in quelle sublimi movenze. E’ il corpo a muoversi, ma da esso si sprigiona l’anima: ed è questo il sommo atto artistico.»

 

Sulla mostra  LAUDES CREATURARUM:

«Durante un mio viaggio in Grecia ho avuto modo di osservare gli affreschi bizantini dei cruenti martirii di Cristiani. Non riuscivo a distaccare gli occhi da quelle scene raccapriccianti ma, allo stesso temo, di rara bellezza. Tali immagini si sono impresse indelebilmente dentro di me e più tardi, visitando alcuni mercati della carne e fotografando all’interno dei macelli, hanno dato inizio ad un processo di rielaborazione di un concetto interiore a cui da tempo non riuscivo a dare voce. La metafora del martirio degli animali nei macelli affinché la loro carne giunga sulla nostra tavola, costituisce l’inizio di un percorso che coinvolge l’uomo e intende non solo denunciare il sacrificio perpetrato dall’uomo che insiste a definirlo atto necessario ed espressione di cultura, ma rappresenta in realtà l’attuale deserto del mondo che ha rinunciato alla fiducia nel soprannaturale in una visione esiziale dell’esistenza.»